Il bite mandibolare è una placca occlusale in resina acrilica che interviene su alcuni problemi legati alla bocca quali:
- digrignamento;
- dislocazione mandibolare;
- malocclusione mandibolare;
- in alcuni casi russamento.
Ha la forma di una mascherina e deve essere posta fra le due arcate dentali. Il tempo di utilizzo varia in base al problema riscontrato dal dentista. Inoltre il bite è facilissimo da conservare e pulire, basta lavarlo prima e dopo l’utilizzo con un comune spazzolino da denti e dentifricio e riporlo nel suo astuccio pronto per il prossimo utilizzo.
Bite per denti
Il Bite mandibolare viene utilizzato per risolvere anche in modo definitivo una serie di problematiche che colpiscono le articolazioni temporo-mandibolari, da cui dipendono la masticazione, della deglutizione il parlare, ma anche la postura della colonna vertebrale.
Ma chi si occupa di individuare e curare questi disturbi? Si tratta dello gnatologo, che è lo specialista dell’occlusione della bocca.
Attraverso accurati esami radiografici, lo gnatologo è infatti in grado di diagnosticare i problemi legati ai disordini occlusali, articolari e muscolari.
Ma quanti tipi di bite esistono?
- personalizzati: cioè realizzati su misura dal dentista.
- automodellanti: che si modellano in base alla propria impronta dentale;
- bite preconfezionati: con una forma standard.
Quelli personalizzati se pur con un costo maggiore, sono quelli costruiti sulla base delle impronte dentali e sono per forza di cose i più performanti, resistenti e duraturi.
Ma esiste un bite per ogni problema? La risposta è si! Ad esempio quello per la Malocclusione.
“Si parla di malocclusione dentale quando i denti dell’arcata superiore non sono perfettamente allineati con quelli dell’arcata inferiore e ciò comporta difficoltà masticatorie, dolore cervicale, mal di schiena, mal di testa ed acufeni, ecc.. “
Malocclusione quai sono i sintomi e le cause?
Alcune malocclusioni sono genetiche di carattere ereditario, altre invece sono scaturite da comportamenti errati o da patologie pregresse come:
- Abitudine infantile a succhiarsi il pollice, o uso prolungato del ciuccio o del biberon;
- Bruxismo (tendenza a serrare i denti, anche e soprattutto durante la notte);
- Interventi dentali approssimativi o del tutto errati, come otturazioni, impianti o incaplsumenti.
- Perdita di uno o più denti permanenti;
- Denti gravemente scheggiati e non ricostruiti;
- Tumori della bocca e della mandibola;
- Frattura mandibolare in tenera età;
- Rara Artrite reumatoide.
Ma quali sono i campanelli d’allarme che ci devono far pensare che è giunto il momento di fare una visita odontoiatrica approfondita?
In base all’entità della malocclusione si possono riscontrare sintomi più o meno gravi, ecco quelli più comuni:
- mal di testa;
- disturbi della masticazione;
- disturbi della fonazione: alterazione nella pronuncia di alcune lettere come la S, la R o la Z;
- disturbi della respirazione come tosse, raffreddore, laringite, ecc.;
- disturbi otorinolaringoiatrici come mal di orecchie, vertigini, acufeni;
- disturbi alla colonna vertebrale come cervi algia e torcicollo;
- mal di schiena a livello lombo-sacrale.
In base a tutte queste cause e concause l’occlusione viene classificata in tre classi:
- occlusione di I classe: Detta anche normo-occlusione, è la forma riscontrata più frequentemente. Il morso, cioè la chiusura delle arcate dentale superiore chiude leggermente quelli inferiori.
- occlusione di II classe: È anche detta retrognatismo o sovramorso; in questo caso tutti i denti dell’arcata superiore chiude quelli inferiori, con le ossa mascellari che sovrastano la mandibola.
- occlusione di III classe: È anche detta prognatismo o sottomorso; in questo caso sono i denti dell’arcata inferiore che sovrastano i denti dell’arcata superiore.
Altre anomalie che possiamo classificare come malocclusioni sono:
- Morso profondo: i molari si allineano normalmente quando la bocca è chiusa, ma gli incisivi superiori coprono troppo quelli inferiori.
- Morso aperto: la chiusura dei molari è corretta, ma i denti anteriori delle due arcate non si toccano e gli incisivi non si sovrappongono.
- Morso crociato: alcuni denti dell’arcata inferiore coprono troppo quelli sottostanti.
- Diastema interdentale: spazio vuoti tra due denti i quali non si toccano.
- Affollamento: i denti non sono allineati e si sovrappongono .
Ma come si diagnostica la malocclusione? L’odontoiatra durante la visita specialistica già al primo sguardo è in grado di diagnosticare e classificare la tipologia di malocclusione e programmare di conseguenza i rimedi più efficaci, ma prima di procedere con la cura è bene sottoporsi ad una radiografia. Inoltre nei casi più lievi spesso oltre al bite mandibolare si procederà all’estrazione dei denti che porterebbero in futuro aggravare la malocclusione, come ad esempio i denti del giudizio.
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