
Il parodontologo si occupa della parodontologia, branca dell’Odontoiatria che si occupa del parodonto che è l’insieme dei tessuti molli e duri che circondano il dente e che assicurano la sua stabilità nell’arcata alveolare.
Le principali malattie del parodonto sono la Gengivite e la Parodontite Acuta e Cronica.
La Gengivite
Il termine indica una forma di infiammazione che colpisce il tessuto gengivale superficiale.
I segni clinici di gengivite sono:
- Arrossamento;
- Edema e tumefazione
- Facilità al sanguinamento gengivale, spontaneo o provocato.
I meccanismi che provocano la malattia parodontale
La placca batterica e il tartaro sono i principali responsabili della malattia parodontale.
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La Placca Batterica
É una struttura composta da microrganismi, proteine, enzimi e materia inorganica, che aderisce al dente sopratutto depositandosi a livello del solco gengivale.
Il Tartaro
É una struttura dura e calcificata, originata dalla precipitazione di sali minerali contenuti nella saliva per azione di alcuni batteri.
Soluzioni terapeutiche
L’approccio terapeutico alla terapia parodontale è prettamente causale cioè finalizzato alla rimozione della placca e tartaro che ha determinato la malattia. Pertanto il punto di partenza per qualsiasi terapia è l’acquisizione da parte del paziente di una sistematica ed accurata igiene orale domiciliare.
In base alla severità della patologia, la terapia sarà:
- non chirurgica;
- consiste in una pulizia profonda delle tasche parodontali con particolari strumenti manuali e ultrasonici;
- chirurgica;
- laddove, dopo terminata la terapia non chirurgica, vi siano ancora punti non mantenibili da un punto di vista igienico, si dovrà ricorrere ad interventi mirati alle gengive. Una volta ottenuta la guarigione, è fondamentale evitare le recidive: a tal fine ogni paziente viene inserito in un programma di mantenimento personalizzato che comprende controlli e sedute di igiene professionale ogni 3/4 mesi al massimo e rimotivato al mantenimento dell’igiene domiciliare se necessario;
- la fase di mantenimento è la chiave del successo terapeutico a lungo termine.
Il momento fondamentale della terapia parodontale è quindi quello della terapia non chirurgica, ovvero delle sedute di igiene (detartrasi e levigatura delle radici).
La “terapia chirurgica” parodontale è riservata a quei pazienti in cui la terapia non chirurgica non è stata in grado di eliminare completamente le cause dell’infiammazione dei tessuti attorno ai denti e/o per cercare di ridurre i danni prodotti dalla malattia parodontale.
Il dott. Penengo è il tuo Parodontologo Torino ed è presente negli elenchi “TROVA PARODONTOLOGO” sul sito www.gengive.org. Si tratta di un sito divulgativo per la popolazione in cui vengono affrontati in modo chiaro e semplice tutti i temi della malattia parodontale (sanguinamento gengivale,bruciore, gonfiore e arrossamento). Questo sito è una iniziativa della Società Italiana di Parodontologia, società scientifica a cui il dott. Penengo è associato.
La diagnosi di malattia parodontale si esegue attraverso un sondaggio.Facendo scorrere uno strumento millimetrato (la sonda parodontale) tra dente e gengiva lungo tutto il perimetro, infatti, è possibile vlutare se i tessuti di sostegno sono correttamente attaccati a livello dei colletti dei denti (in questo caso, infatti, la sonda penetra per non più di 3-4 mm nel solco gengivale).
In presenza di malattia parodontale, i tessuti di sostegno dapprima si staccano dal colletto dei denti, e successivamente vanno incontro ad un processo di distruzione. In questo caso la sonda penetra tra dente e gengiva per più di 3-4 mm, e ci si trova in presenza di una “tasca parodontale”. Nella profondità delle tasche l’ossigeno è scarso ed i batteri che distruggono l’osso possono proliferare (batteri anaerobi).
Anche le forcazioni dei molari vanno sondate per accertarsi che non vi sia perdita di supporto in mezzo alle loro radici: in condizione di salute vi è un sigillo, mentre in caso di malattia la sonda penetra tra le radici e, nei casi più gravi, passa da una parte all’altra del dente (forcazione passante).
Nella diagnosi vengono utilizzati anche gli esami radiologici: risultano importanti per formulare un piano di trattamento, in quanto radiologicamente si possono valutare dei parametri importanti quali la lunghezza delle radici, la loro forma e la quantità di supporto residuo, e, talvolta, il tipo di riassorbimento di osso avvenuto e l’eventuale perdita di supporto (ovvero la mancanza di osso) in mezzo alle radici dei molari (coinvolgimento della forcazione).